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Crisi edilizia, la lettera dei sindacati: “Servono provvedimenti per rilanciare il settore”

Il settore, secondo le varie sigle sindacali, sarebbe ridimensionato dalla crisi: per questo servirebbero provvedimenti utili a cambiare passo. Serve un cambio di passo per rilanciare l’edili...

Il settore, secondo le varie sigle sindacali, sarebbe ridimensionato dalla crisi: per questo servirebbero provvedimenti utili a cambiare passo. Serve un cambio di passo per rilanciare l’edilizia pugliese: è questo quanto scrivono i sindacati edili Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal di Puglia, in una lettera indirizzata ai senatori pugliesi, dove si sottolinea come il settore rappresenti il 10% del Pil pugliese, che conta oltre 35 mila addetti censiti nelle casse edili regionali. Tra queste persone, lavoratori che hanno superato i 50 anni mentre ci sono molti giovani espulsi dal settore, disoccupati o emigrati in altre regioni italiane o all’estero. “La crisi – spiegano - ci consegna oramai un settore ridimensionato fatto per la maggior parte di persone anziane. L’edilizia negli ultimi anni ha avuto un calo di quasi il 40% degli occupati, passando dai 60.500 addetti censiti nelle Casse edili per l’anno 2008 ai 35.848 addetti per il 2016 con un perdita di 24.652 lavoratori” spiegano con preoccupazione i sindacalisti”. “Molti disoccupati – proseguono - hanno scelto la strada dell’emigrazione altri continuano a lavorare, ma in nero, forse nelle campagne oppure nello stesso settore edile, facendo crescere così il dato del sommerso che in edilizia è oramai al 45% della forza lavoro”. Alla luce di quanto esposto i segretari regionali dei sindacati edili in vista del passaggio al Senato della legge di stabilità 2017 sollecitano i rappresentanti pugliesi a Palazzo Madama a modificare la cosiddetta Ape Social, ovvero la misura che dovrebbe consentire ad alcune categorie di lavoratori di andare prima in pensione: “Vi segnaliamo – scrivono - che i requisiti di accesso, pari a 36 anni di contributi e 6 anni continuativi, sono per gli edili un muro invalicabile, essendo Il lavoro edile frammentato e precario che caratterizza la vita lavorativa degli edili di ripetuti periodi di fermi o disoccupazione, e questo impedisce di fatto ai lavoratori delle costruzioni di raggiungere i requisiti previsti”. “Sapendovi vicini ai problemi del mondo del lavoro – concludono -, vi chiediamo di recuperare gli emendamenti approvati in commissione lavoro alla Camera e poi cancellati, e rivedere la misura dell’Ape con requisiti più agevoli per i lavoratori edili affinché si possa ringiovanire e rilanciare un settore che stenta ad uscire dalla crisi”.

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